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Diabete: tra demenza e neuropatie

Il diabete mellito, comunemente noto come diabete, è una condizione caratterizzata da un aumento dei livelli di glucosio (zucchero) nel sangue, noto come iperglicemia. Questa patologia può essere causata da una ridotta produzione di insulina da parte del pancreas o da un’alterazione del suo funzionamento, che compromette la capacità di regolare efficacemente la glicemia.

Esistono diverse forme di diabete:

  • diabete di tipo 1: insulino-dipendente, si manifesta già in età pediatrica ed è causato dalla totale assenza di produzione di insulina, dovuta alla distruzione da parte del sistema immunitario delle cellule beta del pancreas, spesso in seguito a un’infezione virale.
  • diabete di tipo 2: non-insulino-dipendente, si sviluppa generalmente in età adulta ed è spesso associato a sovrappeso e insulinoresistenza.
  • diabete gestazionale
  • diabete monogenico
  • diabete secondario ad altra patologia o farmaci

Diabete in Italia

In Italia, si stima che il diabete colpisca il 6-7% della popolazione adulta1 con una maggiore prevalenza tra gli anziani. L’incidenza del diabete di tipo 2, la forma più diffusa, è in crescita, favorita dall’invecchiamento della popolazione e da fattori legati allo stile di vita, come alimentazione e attività fisica.

Diabete: che cos’è la neuropatia diabetica

Una delle principali complicanze del diabete di tipo 2 è la neuropatia diabetica, caratterizzata da disfunzioni dei nervi periferici che causano disturbi sensoriali e motori. La causa principale del suo sviluppo è un controllo inadeguato della glicemia.

In Italia, circa la metà delle persone con diabete sviluppa neuropatia, e nel 15-20% dei casi si presenta con dolore neuropatico.

La neuropatia diabetica è stata la condizione neurologica in più rapida crescita. A livello globale, il numero di persone colpite è più che triplicato dal 1990, raggiungendo 206 milioni di casi nel 2021, in linea con l’aumento globale del diabete. Inoltre, nuove condizioni come le complicanze neurologiche legate al COVID-19, tra cui il deterioramento cognitivo e la sindrome di Guillain-Barré, hanno raggiunto oltre 23 milioni di casi.

Neuropatia diabetica: i sintomi 

La neuropatia diabetica può manifestarsi con una varietà di sintomi, a seconda del tipo di danno ai nervi e del grado di coinvolgimento del sistema nervoso sensoriale, autonomo o motorio. Tra i sintomi principali troviamo:

  • intorpidimento e formicolio
  • perdita di sensibilità tattile
  • deficit di forza
  • dolore bruciante
  • disturbi nella deambulazione
  • ridotta percezione di stimoli termici e del dolore
  • iperalgesia
  • tachicardia a riposo
  • ipotensione ortostatica
  • stipsi o diarrea
  • disturbi urinari
  • disfunzioni sessuali

La neuropatia diabetica può colpire diverse parti del corpo, ma gli arti inferiori sono quelli più frequentemente coinvolti, a causa della maggiore lunghezza dei nervi. La neuropatia periferica si classifica in due categorie principali in base alla struttura nervosa interessata:

Neuropatia demielinizzante: è caratterizzata da un danno o un’anomalia nello sviluppo della mielina, la guaina che avvolge l’assone delle cellule nervose, compromettendo la trasmissione dei segnali nervosi. 

Degenerazione assonale: si distingue per il deterioramento e la morte dell’assone, con effetti più gravi quanto più lungo è il neurone coinvolto.

La neuropatia diabetica è sia demielinizzante che assonale, poiché l’eccesso di glucosio nel sangue danneggia sia la mielina che l’assone.

Neuropatia diabetica: come si cura? 

Non esiste una cura in grado di riparare il danno causato dalla neuropatia diabetica e questo rende la prevenzione essenziale. La gestione di questa condizione si basa soprattutto sul controllo attento dei livelli di glucosio nel sangue.

È inoltre fondamentale: 

  • adottare uno stile di vita sano, con un’alimentazione equilibrata e attività fisica moderata, per mantenere sotto controllo glicemia e peso corporeo 
  • seguire scrupolosamente le terapie prescritte dal diabetologo, al fine di rallentare la progressione della neuropatia diabetica e prevenire complicanze
  • assumere farmaci, se necessario, prescritti dal medico per alleviare i sintomi dolorosi.
  • utilizzare integratori specifici che possano rallentare la progressione della neuropatia e aiutare a gestire il dolore associato. Ne è un esempio il Peacetil, integratore alimentare 100% naturale utile a ripristinare la salute dei nervi, contro infiammazioni e neuropatie risultando efficacie in patologie come fibromialgia, sciatalgia, lombosciatalgia, dolore al tunnel carpale e cervicalgia.

Diabete e demenza

Le ricerche sul diabete si sono concentrate non solo sulla neuropatia diabetica, ma anche sulla correlazione tra attento controllo della glicemia, nelle persone con diabete di tipo 2, e riduzione del rischio di sviluppare demenza e declino cognitivo lieve. È sempre più evidente il legame tra una buona gestione del diabete e la salute cognitiva.

La demenza è un disturbo che colpisce le funzioni cognitive, causando un progressivo deterioramento delle capacità intellettive, come memoria e pensiero, oltre a influenzare il comportamento del soggetto. Può avere origine vascolare o essere dovuta a una degenerazione del tessuto cerebrale. Nei pazienti diabetici, la demenza di origine vascolare è più comune, poiché il diabete può portare all’occlusione di arterie e capillari nel cervello, con esiti significativi come l’ictus.

Uno studio scientifico2 condotto a Hong Kong per otto anni, con oltre 50.000 partecipanti, ha dimostrato che una buona gestione dei pazienti affetti da diabete può ridurre il rischio di demenza nelle persone con diabete di tipo 2.

I partecipanti hanno mostrato una riduzione del:

  • 28% nel rischio di demenza
  • 15% nel rischio di malattia di Alzheimer
  • 39% nel rischio di demenza vascolare
  • 29% nel rischio di demenze di altro tipo, rispetto a chi riceveva cure standard

Lo studio evidenzia l’efficacia dei programmi multidisciplinari nella gestione del diabete per rallentare il declino cognitivo. Migliorando l’assistenza diabetica, si possono ridurre significativamente i rischi di demenza e migliorare la qualità di vita di milioni di persone.

Un eccesso di zuccheri nel sangue può favorire lo sviluppo della demenza attraverso meccanismi fisiopatologici che coinvolgono processi metabolici, infiammatori e vascolari. L’iperglicemia cronica aumenta lo stress ossidativo, causando danni alle cellule cerebrali e accelerando l’aterosclerosi, il che incrementa il rischio di demenza vascolare.

Demenza in Italia

In Italia le stime indicano che, circa il 6-7% della popolazione oltre i 65 anni[1], è affetta da qualche forma di demenza. Questo numero tenderà ad aumentare con l’invecchiamento della popolazione.

La malattia di Alzheimer rappresenta la causa più comune di demenza in Italia, seguita dalla demenza vascolare e da altre forme di demenza. Le ricerche indicano che il diabete di tipo 2 è un fattore di rischio significativo per lo sviluppo di diversi tipi di demenza, inclusa la malattia di Alzheimer e la demenza vascolare. È fondamentale che le persone con diabete controllino i valori glicemici, non solo attraverso la misurazione della glicemia e dell’emoglobina glicata, ma anche evitando picchi giornalieri di ipoglicemia o iperglicemia.

Un test di screening utile è l’esame del fundus oculi, che permette di esaminare i piccoli vasi della retina e di valutare lo stato del microcircolo cerebrale. Nei pazienti con diabete di tipo 2, la presenza e la gravità della retinopatia sono correlate a deficit cognitivi. Inoltre, la sedentarietà è un fattore che collega il diabete a problemi cerebrali; è noto che un costante esercizio fisico e mentale è benefico per la salute del cervello.

Diabete e malattia di Alzheimer

Qual è il rapporto tra diabete e malattia di Alzheimer? Un legame importante è rappresentato dall’insulinoresistenza, che compromette l’attività delle cellule cerebrali e causa i sintomi tipici della malattia. Il cervello produce insulina e ha numerosi recettori per questo ormone in diverse aree.

La connessione tra diabete e Alzheimer è mediata da un enzima chiamato Degrading Enzyme (IDE), che degrada sia l’insulina che la proteina beta amiloide (proteina neurotossica). L’insulinoresistenza riduce la disponibilità di questo enzima nei confronti della beta amiloide che si accumula nei neuroni, forma delle placche tipiche fibrillari e sviluppa la demenza di Alzheimer.

Diventa fondamentale, anche in questo caso, mettere in atto delle strategie di prevenzione che possano contrastare lo sviluppo di demenza e declino cognitivo. Un valido alleato è l’integratore Cogitix, che grazie ai suoi principi attivi naturali, aiuta a potenziare memoria e concentrazione, a prevenire il deficit cognitivo e a favorire rilassamento e benessere mentale.

  • Agisce potenziando la trasmissione degli impulsi nervosi a livello cerebrale, garantendo migliori capacità di memoria e concentrazione.
  • Protegge i neuroni dai radicali liberi e dallo stress ossidativo.
  • Assicura un corretto apporto di sangue e di sostanze nutritive alle cellule cerebrali.

Conclusione

Il diabete mellito è attualmente uno dei principali problemi per la salute pubblica a livello globale. I sistemi sanitari di tutto il mondo devono affrontare un crescente problema sociale ed economico, data l’alta prevalenza di pazienti e il costo elevato del trattamento della malattia e delle sue complicanze.

Oltre agli effetti negativi su cuore, cervello e organi periferici, una complicanza sempre più significativa del diabete riguarda il sistema cognitivo, portando a diversi tipi di demenza.

È essenziale che i pazienti siano consapevoli dei sintomi e dei segni della malattia e consultino un professionista sanitario per una diagnosi e un trattamento tempestivi, oltre a garantire una prevenzione adeguata.


  1. Dati ripresi da “In Salute News” ↩︎
  2. Ricerca pubblicata su JAMA Network Open | JAMA Netw Open. 2024;7(2):e2355733. doi:10.1001/jamanetworkopen.2023.55733 ↩︎

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