Quello tra emicrania e serotonina è un legame chiave nei meccanismi che scatenano gli attacchi e nei trattamenti mirati, sia farmacologici che naturali.
L’emicrania non è un semplice mal di testa. Si tratta di una patologia neurologica complessa e spesso invalidante, che compromette significativamente la qualità di vita di chi ne soffre. A livello globale, colpisce circa il 14% della popolazione, con una prevalenza tre volte maggiore nel sesso femminile.
In Italia, coinvolge fino al 25% della popolazione e rappresenta una delle principali cause di disabilità secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il costo economico e sociale è significativo: si stima che l’emicrania comporti un impatto di circa 111 miliardi di euro all’anno nell’UE, con una spesa media di oltre 1.200 euro per paziente.
Negli ultimi decenni, la ricerca ha portato alla luce il ruolo centrale dei neurotrasmettitori nell’origine e nella variazione dell’emicrania. Tra questi, la serotonina — nota anche come “ormone della felicità” — rappresenta uno degli attori principali.
In questo articolo analizzeremo il legame tra emicrania e serotonina, esplorando i meccanismi neurochimici, le implicazioni terapeutiche e le prospettive future.
Indice dei contenuti
Cos’è l’emicrania?
L’emicrania è una forma di cefalea primaria, caratterizzata da attacchi ricorrenti di dolore pulsante, spesso localizzato su un solo lato della testa. Gli episodi durano da 4 a 72 ore e si accompagnano frequentemente a sintomi secondari come nausea, vomito, fotofobia (ipersensibilità alla luce) e fonofobia (ipersensibilità ai suoni). Si distinguono due principali tipologie di emicrania:
- Emicrania senza aura: la più comune.
- Emicrania con aura: che comporta sintomi neurologici transitori come disturbi visivi, parestesie e difficoltà linguistiche, che precedono o accompagnano l’attacco doloroso.
La serotonina: cos’è e cosa fa

La serotonina è un neurotrasmettitore prodotto a partire dall’amminoacido triptofano che regola numerose funzioni fisiologiche tra cui:
- tono dell’umore
- sonno
- appetito
- percezione del dolore
- motilità intestinale
Nonostante il 90% della serotonina sia localizzata nel tratto gastrointestinale, quella presente nel sistema nervoso centrale è cruciale per l’equilibrio neurochimico e per la risposta agli stimoli dolorosi. Da qui nasce l’ipotesi di una correlazione tra emicrania e serotonina e che una sua disfunzione possa contribuire allo sviluppo dell’emicrania.
La teoria serotoninergica dell’emicrania
Fin dagli anni ’60 è emersa una teoria secondo cui esiste una stretta correlazione tra emicrania e serotonina: l’emicrania, infatti, sarebbe legata a una disfunzione del sistema serotoninergico. In particolare, gli studi hanno rilevato che:
- I livelli di serotonina si riducono nel cervello, tra un attacco di emicrania e l’altro.
- Durante l’attacco emicranico, si verifica un rilascio massivo di serotonina, seguito da un rapido calo.
Questo andamento altalenante provoca una sequenza di eventi a livello cerebrovascolare:
- Vasocostrizione iniziale dei vasi cerebrali per effetto diretto della serotonina.
- Vasodilatazione secondaria con attivazione infiammatoria, che scatena il dolore emicranico.
Inoltre, la serotonina modula l’attività del sistema trigemino-vascolare, il principale circuito neurologico responsabile della trasmissione del dolore emicranico.
Il sistema trigemino-vascolare e il CGRP
Il nervo trigemino, che innerva gran parte del volto e delle meningi, rilascia durante l’attacco emicranico neuropeptidi proinfiammatori come:
- CGRP
- Sostanza P
- Glutammato
Questi agenti favoriscono:
- vasodilatazione
- sensibilizzazione neuronale
- attivazione delle piastrine con rilascio ulteriore di serotonina
Il CGRP, in particolare, è oggi uno dei target terapeutici più innovativi per il trattamento dell’emicrania, grazie alla sua capacità di scatenare una risposta infiammatoria neurogena specifica.
Recettori della serotonina e meccanismi d’azione
I principali recettori serotoninergici coinvolti nell’emicrania sono:
- Recettori 5-HT1: presenti sui neuroni e nei vasi sanguigni cerebrali, modulano la percezione del dolore e provocano vasocostrizione. I triptani, farmaci usati nell’attacco acuto, agiscono proprio su questi recettori.
- Recettori 5-HT2: coinvolti nella regolazione vascolare e nella risposta infiammatoria. L’attivazione eccessiva di questi recettori può favorire la vasodilatazione e contribuire al dolore.
Il bilanciamento dell’attività tra questi recettori influenza profondamente l’evolversi dell’attacco emicranico.
Interazione con altri neurotrasmettitori
La serotonina agisce in stretta connessione con altri neurotrasmettitori:
- GABA: principale neurotrasmettitore inibitorio che abbassa l’eccitabilità neuronale.
- Glutammato: neurotrasmettitore eccitatorio che favorisce la trasmissione dolorosa.
- Dopamina e noradrenalina: coinvolte nei sintomi neuro-vegetativi (come nausea e ipersensibilità) e nelle comorbidità psichiatriche (ansia, depressione).
L’emicrania, dunque, non è solo uno squilibrio serotoninergico, ma una disfunzione globale della rete neurochimica cerebrale.
Trattamenti farmacologici: focus sulla serotonina
Emicrania e serotonina sono strettamente connesse, poiché questo neurotrasmettitore gioca un ruolo chiave nella modulazione del dolore. Tra i trattamenti farmacologici principali troviamo:
Triptani efficaci nell’interrompere l’attacco emicranico grazie a:
- vasocostrizione dei vasi cerebrali
- inibizione del rilascio di CGRP e sostanza P
- riduzione dell’attività trigeminale
Antidepressivi triciclici: come l’amitriptilina, aumentano i livelli di serotonina e noradrenalina nel sistema nervoso, riducendo la frequenza degli attacchi.
SSRI e SNRI (Inibitori Selettivi della Ricaptazione di Serotonina e Noradrenalina): modulano i livelli di serotonina e noradrenalina, con efficacia variabile nella prevenzione dell’emicrania.
Integratori ad azione serotoninergica
Anche alcuni principi attivi naturali possono contribuire a modulare la relazione tra emicrania e serotonina, regolando il tono serotoninergico e la reattività cerebrovascolare:
- Magnesio citrato: regola il tono vascolare e stabilizza la membrana neuronale.
- Acido alfa-lipoico: riduce il rilascio di serotonina da parte delle piastrine aggregate.
- Partenio: inibisce la liberazione piastrinica di serotonina e antagonizza i recettori 5-HT2
- Vitamine B1 e B2: supportano la sintesi e la regolazione della serotonina nel cervello.
L’associazione mirata di questi composti in integratori alimentari può essere utile nella prevenzione degli attacchi, in particolare nei pazienti che desiderano un approccio complementare o integrato.
Neurania: soluzione naturale contro l’emicrania
Neurania è un integratore alimentare con principi attivi 100% naturali quali magnesio citrato, acido alfa lipoico, partenio e vitamina B1 e B2.
Neurania è utile nella profilassi del mal di testa in quanto aiuta a:
- Ridurre intensità, durata e frequenza dei mal di testa, in caso di emicrania, dolore cervicale, cefalea a grappolo, cefalee di tipo tensivo o da ciclo mestruale.
- Ripristinare il normale metabolismo energetico
- Proteggere i nervi dallo stress ossidativo
Conclusione
Emicrania e serotonina costituiscono un binomio centrale nella comprensione della patologia: la serotonina, infatti, è un nodo cruciale nell’origine e nello sviluppo dell’emicrania. Analizzare le sue dinamiche, i recettori coinvolti e le interazioni con altri neurotrasmettitori è essenziale per ottimizzare la gestione clinica.
In conclusione, affrontare il complesso rapporto tra emicrania e serotonina significa intervenire non solo sul sintomo, ma sull’intero assetto neurobiologico, attraverso un approccio integrato che unisca terapia farmacologica, modifiche dello stile di vita, gestione dello stress e supporto nutraceutico mirato.