Se hai problemi di memoria, scarsa concentrazione e ti rendi conto che la tua mente inizia a perdere colpi e non essere più brillante come in passato, allora potresti iniziare ad accusare i primi sintomi del declino cognitivo lieve. Soprattutto se hai più di 50 anni questi sintomi dovrebbero essere il primo campanello di allarme che il tuo cervello sta iniziando ad invecchiare. Nell’approfondimento di oggi scopriremo:
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COS’ È IL DECLINO COGNITIVO LIEVE:
Il declino cognitivo lieve o minore (Mild Cognitive Impairment, MCI) è uno stato di funzionalità cognitiva intermedio tra la normalità e la demenza.
Il declino cognitivo lieve è una condizione clinica caratterizzata da una sfumata difficoltà in uno o più domini cognitivi (quali, ad esempio, memoria, attenzione o linguaggio) tale però da non compromette le normali e quotidiane attività di una persona. Le persone con il decadimento cognitivo lieve di solito incontrano qualche difficoltà ad ultimare alcuni compiti complessi, che prima avevano sempre eseguito senza difficoltà, come occuparsi dei propri affari finanziari, prepararsi un pasto oppure fare la spesa. Potrebbero necessitare di tempi più lunghi, oppure essere meno efficienti o fare più errori rispetto al passato nelle medesime attività. Spesso si tende a trascurare i primi sintomi, dando la colpa allo stress e agli impegni, ma è importante saper invece riconoscere ed affrontare sin da subito la problematica, per evitare che possa peggiorare col tempo e diventare di più difficile gestione.
SINTOMI DEL DECLINO COGNITIVO LIEVE:
I principali sintomi del declino cognitivo lieve sono:
- Difficoltà nel trattenere in memoria nuove informazioni e nel ricordare dei fatti avvenuti da pochi giorni.
- Durante l’esecuzione di semplici attività come vedere un film, leggere un libro si mostrano difficoltà di concentrazione e facile distraibilità.
- Difficoltà nel pianificare attività che prima non creavano problemi, nel prendere decisioni sull’immediato.
- Occasionali momenti di spaesamento quando si è fuori casa, ad esempio non riconoscere per qualche istante una strada che si conosce bene, oppure non ricordare un tragitto che è stato percorso molte volte.
- Maggiore tendenza ad avere reazioni impulsive, irritabilità e ansia diffusa.
- Perdita di interesse nelle proprie attività abituali, nei propri hobbies, con possibile tendenza depressiva.
- Comparsa di disturbi del sonno, già tipici nell’anzianità, ma che peggiorano.
FATTORI DI RISCHIO:
Fattori di rischio per il MCI sono: età, sesso maschile e bassa scolarità. La prevalenza è pari al 5,9% nella popolazione con età superiore ai 60 anni. Altri fattori di rischio sono il fumo, obesità, ipertensione, diabete, uso eccessivo e cronico di benzodiazepine, vita sedentaria, depressione e isolamento sociale.
EVOLUZIONE DEL DECLINO COGNITIVO LIEVE:
La condizione di declino cognitivo può rimanere stabile, regredire alla normalità o può evolvere in una delle quattro principali forme di demenza: Alzheimer, demenza vascolare, demenza frontotemporale e demenza a corpi di Lewy . Considerando vari studi prospettici, il tasso medio di stabilità a 3 anni del MCI è del 34%, mentre Il tasso annuo di conversione da MCI a demenza, principalmente nella demenza di Alzheimer, varia dal 10 al 15%. Gli sforzi dei ricercatori e dei clinici sono tesi a individuare le caratteristiche prodromiche, ossia precocissime e spesso visibili solo con l’ausilio di esami strumentali, così da intervenire prima possibile con trattamenti specifici. In quest’ambito un ruolo chiave spetta al medico di medicina generale (MMG), che conosce il paziente e la sua famiglia ed ha quindi la massima possibilità di cogliere i segnali di allarme del disturbo, sia mnesici che comportamentali.
SOLUZIONI:
Interventi di prevenzione primaria che agiscono sui fattori di rischio alla comparsa dei primi sintomi potrebbero portare a una riduzione dei casi di Malattia di Alzheimer e a ritardarne l’esordio nelle persone a rischio, ad esempio:
- Fare regolarmente esercizio fisico, in particolare attività aerobica, come corsa, camminata veloce e bicicletta.
- Smettere di fumare, infatti chi fuma ha un rischio maggiore di sviluppare Malattia di Alzheimer.
- Prendersi cura del proprio cuore, infatti i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari come obesità, ipertensione e diabete, sono anche fattori di rischio per lo sviluppo di Malattia di Alzheimer.
- Allenare la propria mente impegnandosi in attività cognitive di alto livello per favorire i meccanismi di plasticità cerebrale. Può aiutare leggere un libro, un giornale o fare un cruciverba.
- Mantenere la propria rete sociale e impegnarsi giornalmente in rapporti con altre persone.
- Seguire una dieta equilibrata come la dieta mediterranea che si è rilevata efficace nel ridurre il rischio di sviluppare la Malattia di Alzheimer. Gli alimenti che è utile consumare giornalmente e in quantità sono frutta e verdura (meglio se di stagione), pane, pasta e cereali (meglio se integrali), olio di oliva, cipolla, aglio e spezie per insaporire i piatti e ridurre le quantità di sale. Limitare carne rossa, salumi, insaccati e dolci.
Inoltre può risultare utile assumere Integratori alimentari specifici per il declino cognitivo come COGITIX®
COGITIX®contiene:
- Omotaurina: L’omotaurina è un composto organico simile alla taurina (da cui il nome), ma con un carbonio supplementare nella sua struttura chimica e con un effetto completamente diverso:
- Ha dimostrato di ridurre l’accumulo di β-amiloide a livello cerebrale; il β-amiloide è una proteina neurotossica che si accumula in placche e causa la distruzione delle sinapsi, le vie di comunicazione dei neuroni
- Ha dimostrato di di ridurre la perdita del volume dell’ippocampo, la zona del cervello deputata alla memoria, una delle prime zone del cervello a subire danni nella malattia di alzheimer, con un miglioramento della memoria a breve termine
- Colina: Molecola precursore dell’Acetilcolina, uno dei neurotrasmettitori più presenti nel cervello; assumere Colina può aiutare a produrre più acetilcolina
- Bacopa Monnieri: Pianta originaria dell’india che aiuta a migliorare la concentrazione e la memoria e preserva le funzioni neurocognitive. Ha dimostrato di Inibire l’enzima Acetilcolinesterasi (enzima che degrada l’acetilcolina). Per questo motivo agisce in maniera sinergica alla colina per aumentare i livelli di acetilcolina nel cervello.
- Resveratrolo: Sostanza naturale prodotta da alcune piante tra cui la Vite, è un potente antiossidante e antinfiammatorio. Grazie alle sue proprietà protettive per i vasi sanguigni, il resveratrolo può aiutare a prevenire i danni vascolari a livello cerebrale, garantendo un corretto apporto di sangue ai neuroni.
- Fosfatidilserina: Fosfolipide di membrana, presente soprattutto nel sistema nervoso centrale e nel cervello. La fosfatidilserina svolge un ruolo di primaria importanza nelle membrane delle cellule (soprattutto dei neuroni), di cui regola integrità e permeabilità, garantendo un corretto scambio di neurotrasmettitori.
- Vitamina B6, B12 e Acido Folico: Vitamine che contribuiscono alla normale funzione psicologica; in particolare l’acido folico aiuta a mantenere sotto controllo i livelli di omocisteina, molecola che costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie neurodegenerative e cardiovascolari.
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CONCLUSIONI:
Le demenze comprendono un insieme di patologie che hanno un impatto notevole in termini socio-sanitari e sempre maggior numero di famiglie ne sono drammaticamente coinvolte. Si è stimato che adottare modalità di intervento in grado di ritardare la comparsa dei primi segni clinici di demenza potrebbero portare ad una riduzione del 57% del numero di pazienti con Alzheimer, per cui risulta quanto mai fondamentale agire tempestivamente e non sottovalutare i primi sintomi.